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Il 14 giugno niente primo volo di Aerolinee siciliane. Musumeci s’appella a Conte contro caro voli e tagli ma non sposa l’iniziativa


Saltata la trattativa con la Regione e a causa dell’emergenza Covid, la compagnia aerea siciliana non effettua il volo inaugurale



Saltata la trattativa con la Regione e a causa dell’emergenza Covid, la compagnia aerea siciliana non effettua il volo inaugurale Il 14 giugno niente primo volo di Aerolinee siciliane. Musumeci s’appella a Conte contro caro voli e tagli ma non sposa l’iniziativa

Era il 26 gennaio scorso quando su questo giornale, ma ovunque con grande risonanza mediatica, fu data notizia della nascita della compagnia aerea Aerolinee Siciliane SpA. A farne parte, capitanati da Luigi Crispino, numerosi azionisti che hanno creduto nel suo progetto, avendo già, egli, un’esperienza in campo: diede vita alla prima compagnia aerea siciliana, la “Air Sicilia”, nata nel 1994 e poi fallita.

A motivo della iniziativa accolta con grande aspettative dai siciliani, le numerose proteste al caro voli, che mai come nel dicembre 2019 e gennaio 2020, a cavallo delle festività natalizie, avevano cadenzato il rientro e le partenze dei siciliani fuori sede. Da qui lo spunto per la nascita della nuova società, costituita nell’Istituto di sociologia Luigi Sturzo di Caltagirone. Il primo volo inaugurale era stato fissato per il 14 giugno 2020.

Gli azionisti versarono 173mila euro, il capitale già sottoscritto somma 400mila euro, ma l’obiettivo era raggiungere 10 milioni di euro.

Ma chi, per il raggiungimento della somma, oltre alla privata partecipazione, pensava anche ad un partenariato con la Regione, fu presto deluso. Fu subito scontro, infatti, tra neonata compagnia aerea e Regione siciliana

Non si capì bene chi tra le due avesse detto no alla condivisione della iniziativa. I vertici di Aerolinee siciliane dissero che rinunciavano alla trattativa con il governo regionale, lamentando dichiarazioni discordanti e contraddittorie rilasciate da palazzo d’Orleans.

Aerolinee aggiunse di preferire la gestione privata dell’azienda, certa di garantire un migliore servizio ai clienti: “i sottoscrittori sono lavoratori, imprese, pensionati, anche disoccupati che credono nello sviluppo della Sicilia su base privatistica”.

A sua volta, la Regione sostenne il contrario: a dire no alla trattativa – fu detto – è stato il governo siciliano che, anzi, pensava proprio di farsela in piena autonomia una compagna aerea regionale.

Da quel ‘divorzio dell’aria’ sono passati mesi, abbiamo avuto una sciagura sanitaria che ha bloccato il mondo ed ogni sua forma di collegamento tra nazioni e regioni. Ma adesso si torna a viaggiare, confini aperti e ripresa dei voli. E si torna anche a parlare di quanto costi partire o tornare da o verso la Sicilia. Il presidente Musumeci, giusto qualche giorno fa, si è appellato al premier Conte lamentando l’azzeramento dei voli imposto da Alitalia all’aeroporto di Trapani e l’eccessivo costo di quelli rimasti negli aeroporti di Palermo e Catania.

Eppure, invece di appellarsi a un governo nazionale ‘distratto’ nove volte su dieci nei confronti dell’isola, Musumeci potrebbe ricorrere al ‘fai da te’, o quasi. Potrebbe rivalutare la possibilità di un partenariato con Aerolinee siciliane, trovare un accordo e finalmente far godere ai siciliani l’agio di viaggiare in aereo al giusto costo, uguale a quello di chi percorre il resto delle tratte aeree italiane.

E dell’idea di creare una compagnia aerea regionale, poi, non se n’è saputo più niente. Il nulla nella finanziaria redatta dal governo regionale.

Ma ecco cosa scrive, lo scorso 4 maggio, sula pagina Facebook di Aerolinee siciliane il presidente della compagna. Luigi Crispino.

Lettera al Presidente Nello Musumeci e ai siciliani.

Caro Presidente, lei ama da sempre un certo linguaggio eroico. Per questo, per farle piacere, ci definiamo un manipolo di siciliani perbene.

Abbiamo pensato, qualche tempo fa di risolvere un problema siciliano da lei immediatamente rilevato, quando fu eletto: il trasporto aereo.

Il nostro progetto le piaceva, ne era innamorato. L’assessore Razza ci rivelò in un incontro che lei considerava la nostra proposta ‘il progetto più rilevante della legislatura’. Poi, improvvisamente, non le piacque più. Cambiò idea. Forse un suggerimento all’orecchio.

Noi non ce ne curammo. Abbiamo costituito la società per azioni con la massima trasparenza, sicuramente maggiore a quella di tante società pubbliche. Grazie a operai, disoccupati, pensionati, farmacisti, professionisti, donne e uomini, ragazzi e anziani, siciliani di ogni provenienza, sesso, religione, siamo riusciti a fare quel che la Regione Siciliana non ha fatto.

La nostra Regione non solo non ha dato riconoscimento ai suoi figli, ma ha detto che aveva il diritto di mettersi in concorrenza con loro. Facciamo notare che la nostra società è fatta con investimenti privati e volontari, la Regione pretendeva di farla sempre con i nostri soldi, ma quelli delle tasse.

Forse, a chi gestisce la tasse, i siciliani non piacciono, soprattutto se pagano. E infatti un suo assessore si mise a fare satira involontaria su di noi. Ritenne di essere simpatico, leggero, divertente. Abbiamo controllato: non fa il comico. Di mestiere, organizzava feste. L’assessore divertente disse che la Regione Siciliana aveva pronta la sua compagnia aerea.

Un altro assessore invece, che ringraziamo, ci disse di non curarci dell’assessore divertente e che credeva nelle nostre Aerolinee Siciliane, non quelle regionali.

Noi per rispetto dell’istituzione e dell’assessore più serio e composto, abbiamo sospeso il giudizio. Abbiamo pure dichiarato che se lei, Presidente, fosse riuscito a fondare la compagnia della Regione Siciliana, avremmo volentieri dato il nostro supporto, sciogliendo la nostra.

Oggi abbiamo la Finanziaria del 2020. Di compagnie aeree della Regione non c’è traccia.

Abbiamo trovato nel provvedimento ben quarantacinque milioni di vacanze da acquistare con fondi pubblici, affidati alle cure dell’assessore divertente, che sceglierà a chi darli, con trasparenza da verificare. Ci sono dieci milioni che la Regione ha affidato a sé stessa per la gestione aeroportuale di Air Gest, società di gestione dell’aeroporto di Trapani, altrimenti fallita. E poi ricordiamo i cinque milioni l’anno per cinquanta cavalli della fiera di Ambelia, vicino alla sua amata Militello. Lì i cavalli possono contare su una sussistenza da ottomila euro al mese ciascuno. Quanto un superconsulente regionale. Né gli uni né gli altri trasportano passeggeri.

Insomma, in questa finanziaria ci sono soldi per tutti i tipi di trasporto, ma non per risolvere la questione del trasporto aereo. Eppure, i soldi ci sarebbero stati.

La Sicilia è oggi quasi totalmente devastata e abbandonata a se stessa. Il governo in piena emergenza di epidemia ha scelto di svolgere mere funzioni di regolazione del traffico e addirittura impedisce a siciliani residenti di tornare a casa. Anche incuranti del fatto che siano disoccupati, senza un tetto e senza soldi. Ribadiamo che i Siciliani non piacciono a chi gestisce le loro tasse.

Caro Presidente, il tema economico e politico adesso è se lei sente ancora il bisogno di mettersi in concorrenza contro una compagnia aerea fondata dal suo stesso popolo. Lei sa che da oggi, più di ieri, per viaggiare ci vorranno molti soldi che la gestione dell’epidemia ha fatto sparire. L’impoverimento economico e dei trasporti aerei non sono colpa del Corona virus. Per il trasporto aereo lo abbiamo spiegato chiaramente e per tempo. Lei lo sa. Però non ha fatto nulla di concreto. Né con noi, né, forse, contro di noi.

I siciliani hanno bisogno di Aerolinee Siciliane.

Ora ci dica: Cosa farà lei, assieme al suo governo? Si rimboccherà le maniche come noi, il suo popolo? Dirà all’assessore divertente di finirla di fare cabaret, considerato che rappresenta una Regione a statuto speciale?

I Siciliani sanno che bastano duemila euro per essere un’azionista individuale. Non servono delibere di giunta. Insomma, presidente, lei la sua giunta, i deputati dell’Assemblea Regionale si mischieranno al popolo imprenditore? Faranno parte della nostra compagine? O la politica continuerà a stare alla finestra, come nobili e borghesi annoiati che guardano bonari la gente che si affanna per risolvere problemi quotidiani e seri, senza muovere un dito?

Noi non peseremo sulle tasse dei siciliani. Forse è questo il nostro difetto. Per questo possiamo permetterci di amare la nostra terra e il nostro popolo. Se per dare ai siciliani la loro compagnia aerea dovremo lottare contro lei e alcuni suoi assessori lo faremo, perché non amiamo l’arroganza politica. Non abbiamo alcuna difficoltà a lottare per la libertà economica e politica dei Siciliani.

Chi non collabora alla nascita di Aerolinee Siciliane sta con chi disprezza i Siciliani, tratta con arroganza anche i propri collaboratori, vive in un mondo dominato dai consulenti a diecimila euro al mese che mangiano i soldi dei più poveri senza nemmeno provare a fare il bene di tutti.

Questi paracadutati partono dal presupposto che i Siciliani che hanno la schiena dritta siano in numero insufficiente per realizzare le Aerolinee Siciliane. Il governo, purtroppo, sembra condividere questa idea. Noi invece crediamo che noi Siciliani siamo capaci di grandi cose.

Chi sta in questo azionariato ama la sua terra e crede nel futuro. Chi non ci sta, è contro i Siciliani.

Che il coraggio sia anche il tuo signore, caro presidente. Sicuramente è il nostro e dei Siciliani che in futuro dovranno avere la responsabilità della guida di questa terra.

E dire che i siciliani aspettavano già domenica prossima il volo inaugurale di Aerolinee siciliane. La speranza è che il governatore ci ripensi.

Fonte: L’Eco del Sud – by Patrizia Vita

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