sabato, Dicembre 21, 2024
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Morto Sergio Marchionne, chi era il manager che ha rivoluzionato il mondo Fiat

Se ne è andato Sergio Marchionne, il manager che ha rivoluzionato la Fiat e il mondo imprenditoriale internaizonale negli ultimi 14 anni. Nato a Chieti, ha vissuto la maggior parte della sua giovinezza in Canada, dove ha concluso gli studi prima di diventare tra i personaggi chiave dell’economia italiana.

È morto a 66 anni uno dei personaggi più importanti dell’universo economico e imprenditoriale italiano, Sergio Marchionne. Famoso per aver profondamente rivoluzionato il mondo Fiat, negli ultimi anni della sua vita ha ricoperto ruoli fondamentali come quello di amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles N.V., FCA Italy e Presidente e amministratore delegato di FCA US; di Presidente di CNH Industrial N.V. e Ferrari N.V., oltre che Presidente e amministratore delegato di Ferrari S.p.A. Marchionne era stato sostituito al vertice di FCA lo scorso 21 luglio, quando il Consiglio di amministrazione ha deciso di indicare Mike Manley come suo successore. La scelta è stata presa in seguito al peggioramento delle condizioni di salute dello stesso Marchionne che, operato ad una spalla alla fine del mese di giugno, non si sarebbe mai ripreso.

C’è stata grande confusione circa le notizie relative alla sua situazione: secondo alcune indiscrezioni, aveva un tumore alla pleura e, nell’ultimo periodo, la malattia si era aggravata. Ad alimentare questa voce è stato l’avvocato Grande Stevens che in una lettera ha dichiarato: “Il dolore per la sua malattia è indicibile (quando giovedì sera è stato ricoverato a Zurigo) ho pensato purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette”. Secondo altri, come riporta Lettera43, a Marchionne sarebbe stato diagnosticato un sarcoma alla spalla invasivo, e che sarebbe il motivo dell’operazione subita a fine giugno. Accanto lui sono sempre rimasti la compagna Manuela e i due figli.

Ecco chi era il manager.

Marchionne: la carriera prima della Fiat

Nato a Chieti nel 1952, quando aveva 14 anni Sergio Marchionne si trasferì con la sua famiglia in Ontario, Canada, dove si era già stabilita, esule dall’Istria, la zia materna. Qui si laurea in filosofia presso l’Università di Toronto, e poi successivamente anche in legge alla Osgoode Hall Law School of York University. Ancora, consegue presso la University of Windsor un Master in Business Administration (MBA). Ma ben presto lascia il mondo forense per cominciare a muovere i primi passi in quello imprenditoriale. Già all’inizio degli anni Ottanta lavora per la società Deloitte Touche e in altre simili, fino al febbraio del 2002, quando è nominato Amministratore Delegato della SGS di Ginevra, azienda leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, un gruppo forte di 55mila dipendenti in tutto il mondo. È proprio in questo ambiente che il suo nome comincia a essere stimato dagli esperti economisti e finanziari internazionali. Nel marzo del 2006 è eletto Presidente della Società di Ginevra, incarico che ha mantenuto fino alla fine dei suoi giorni. Dal 2008 fino ad aprile 2010 ricopre la carica di vicepresidente non esecutivo e Senior Independent Director di UBS.

La chiamata di Agnelli e la rivoluzione Fiat
Nel 2003 entra nel Consiglio di Amministrazione del Lingotto su designazione di Umberto Agnelli. Per le sue doti dimostrate nella SGS, dopo la morte di Agnelli e in seguito alle dimissioni dell’amministratore delegato Giuseppe Morchio, Sergio Marchionne è nominato dal primo giugno 2004 Amministratore delegato del gruppo FIAT, in seguito denominata Fiat Group Automobiles. A giugno 2009 assume la carica di Amministratore Delegato di Chrysler Group ora FCA US. A maggio 2010 è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione di Exor S.p.A..  Ha ricoperto inoltre la carica di Presidente di Fiat Industrial S.p.A. da gennaio 2011, a seguito della scissione del Gruppo Fiat, fino al settembre 2013 quando si fuse con la CNH Global, dando vita alla CNH Industrial, di cui diventa Presidente. Nel 2012 è risultato essere il manager più pagato in Italia, tra le società italiane allora quotate in Piazza Affari.

L’acquisizione di Chrysler e la questione Termini Imerese
Agli inizi del 2009 e della grande crisi economica che ha messo in ginocchio il mondo intero, Marchionne tenta di acquisire attraverso Fiat altri importanti gruppi automobilistici europei e non, tali da rendere il gruppo torinese il secondo al mondo, andandosi a scontrare anche con alcuni personaggi politici dell’epoca, come l’allora vice presidente della Commissione europea, il tedesco Günter Verheugen. Ma non si ferma: così, quell’anno viene firmato un accordo con Chrysler che prevede l’acquisizione da parte del Lingotto del 20% delle sue azioni, in cambio del know how e delle tecnologie torinesi, facendo nascere così il sesto gruppo automobilistico del mondo. L’annuncio è dato dal presidente Obama in persona. Grazie a lui la Fiat conquista il mercato americano, dove ogni anno vengono comprate circa 18 milioni di auto.

Una trattativa simile è stata portata avanti anche con Opel, azienda automobilistica europea del gruppo General Motors, che però si conclude con un nulla di fatto.

Le critiche dei sindacati alla gestione Marchionne della Fiat
Nel corso della sua gestione, Marchionne è diventato celebre anche per aver chiuso o fortemente ridimensionato alcuni stabilimenti Fiat. Tra questi il più conosciuto è stato, certamente, quello di Termini Imerese in Sicilia, che occupava quasi duemila dipendenti. Al centro dei progetti degli ultimi anni, c’è stato anche lo stabilimento di Pomigliano in Campania, i cui lavoratori hanno a lungo scioperato contro i piani industriali di FCA considerati non “sufficienti a garantire il futuro occupazionale dei lavoratori”.

Le politiche di gestione dei lavoratori hanno portato a numerosi scontri con il mondo sindacale, a partire dalla FIOM dell’era Landini, che presentò ricorso ai giudici di Torino, Modena e Vercelli poiché esclusa dalle Rsa per non aver firmato il contratto specifico della Fiat che richiama l’articolo 19 della legge 300 del 1970. La FIOM denunciò l’incostituzionalità dell’art. 19 dello statuto dei lavoratori per violazione degli artt. 2, 3 e 39 (principio della libertà sindacale) della Costituzione. I giudici sollevarono il caso dinanzi alla Corte Costituzionale, che dichiarò “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 19, primo comma, lettera b), della legge 20 maggio 1970, n. 300 (Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento), nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale possa essere costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie dei contratti collettivi applicati nell’unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell’azienda”; consentendo la rappresentanza sindacale ai soli firmatari del contratto aziendale, quindi, l’art. 19 legge 300/70 contrastava con i valori del pluralismo e della libertà di azione della organizzazione sindacale. Dopo la decisione dei giudici, la Fiat dichiarò la disponibilità ad accettare la nomina dei rappresentanti sindacali aziendali della FIOM.

La sua ultima apparizione come ad di FCA

L’ultima apparizione di Sergio Marchionne come ad di FCA risale al 27 giugno 2018 a Roma, dove ha consegnato ai Carabinieri una Jeep Wrangler. In questa occasione ha anche tenuto il suo ultimo discorso ufficiale da manager. “Mio padre – ha detto – era un maresciallo dei Carabinieri. Sono cresciuto con l’uniforme a bande rosse dell’Arma e ritrovo sempre i valori con cui sono cresciuto e che sono stati alla base della mia educazione: la serietà, l’onestà, il senso del dovere, la disciplina, lo spirito di servizio”. Poi l’operazione alla spalla e il peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute, che hanno spinto il Consiglio di amministrazione di FCA a riunirsi a Torino e a nominare il suo successore. Fino al 20 luglio è stato anche presidente e amministratore delegato di Ferrari e presidente di CNH, un gruppo industriale italo-statunitense. Dal giorno successivo, Elkann è presidente di Ferrari mentre Luis Carey Camilleri ne è diventato amministratore delegato. La presidenza di CNHL è invece andata a Suzanne Heywood.

Così, il 21 luglio 2018, dopo 14 anni, finisce l’era Marchionne che, nel bene e nel male, è riuscito a rilanciare il marchio a livello globale. Secondo i calcoli degli esperti, FCA vale oggi almeno 10 volte di quando Marchionne fu nominato ad. Da una perdita di 1,5 miliardi, il bilancio si è ribaltato, basti pensare che il 2017 si è chiuso con un utile netto di 3,5 miliardi, raddoppiato rispetto al 2016. Il debito industriale è invece sceso a 2,39 miliardi.

Fonte: Fanpage.it

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